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Chi è Roberto Tiveron Roberto Tiveron classe 1965, è un uomo che è riuscito a fare della sua più grande passione un lavoro, con tutti vantaggi e gli svantaggi che ne derivano, che in ogni caso però mi fanno ritenere abbastanza fortunato.
Ad oggi sono istruttore responsabile per l’Italia centrale Apnea Academy, istruttore Fipsas di apnea e pesca in apnea, e fondamentalmente sono un insegnate di educazione fisica. Il vantaggio più grande che mi porta questo lavoro è senza ombra di dubbio la possibilità di essere sempre a contatto con persone che condividono la stessa mia passione, e soprattutto di non dover restare sempre nella stessa routine che un lavoro diverso potrebbe innescare. Sono sempre stato a contatto con molte persone diverse e amo moltissimo tutti gli sport, e sono convinto che anche nella pesca in apnea e nell’apnea la preparazione fisica sia fondamentale anche più che in altre attività sportive, poiché ci troviamo sempre in un ambiente che non è il nostro dove possiamo resistere al massimo per poche ore se ben allenati. Sin da ragazzo ho praticato sport a livello agonistico, in particolare atletica leggera fino all’età di 20 anni e devo dire che la preparazione fisica che ne ricavavo era per me di grande vantaggio durante la mia attività di apneista pescatore permettendomi infatti di essere sempre al top della forma . La pratica dello sport è stata fondamentale specialmente per capire come gestire e programmare gli allenamenti anche in funzione di quello che è il mio lavoro di tecnico dell’apnea. Dopo il liceo scientifico ho frequentato l’ISEF ( istituto superiore di educazione fisica) a Roma mia città natale, per poter poi diventare insegnante di educazione fisica. Ho iniziato ad insegnare come supplente proprio nello stesso liceo dove pochi anni prima mi ero diplomato ed è stata una cosa simpatica ritrovare come allievi alcuni ragazzi e ragazze che solo tre o quattro anni prima quando io frequentavo la quinta classe erano in prima o seconda. Dopo qualche anno (per ovvi motivi di studio) , precisamente dopo aver svolto il servizio militare nel gruppo sportivo dei Vigili del Fuoco a Roma , sono entrato a lavorare in un grande centro sportivo a Ciampino dove ancora oggi insegno in alcuni giorni della settimana. |
La mia Storia |
La mia storia d’acqua inizia prestissimo, mia nonna è originaria di Anzio un paese di mare a sud di Roma, quindi sin da bambino terminata la scuola mi trasferivo da lei dove trascorrevo le interminabili vacanze estive dell’infanzia.
Capitava quindi che le mie giornate si svolgevano esclusivamente sulla spiaggia della bellissima riviera di ponente del paese, fu proprio su quel litorale che cominciò la mia passione per il mare. Avevo 5 o 6 anni e ricordo che spesso abbandonavo i classici giochi che facevo con i miei amichetti e mi ritrovavo col retino o con una fiocina fatta con una forchetta legata ad un bastone, a cercare di catturare granchi o polpi sulle dighe frangiflutti della zona, naturalmente senza molto successo, ma non mi importava passavo le ore a cercare di scoprire cosa si nascondeva sotto il pelo dell’acqua e il desiderio di poter tuffarmi per vedere era sempre più forte. Ogni anno che passava, ad ogni nuova estate, facevo sempre qualche progresso nella conoscenza con il mio amico mare, finchè ricordo che quando avevo otto anni fui preso in simpatia da un pescatore in apnea che torturavo continuamente con miliardi di domande e che ammiravo come fosse un idolo ogni volta che si preparava per uscire a pesca e che automaticamente attendevo che rientrasse per poter vedere il suo pescato. Non ricordo come, ma ben presto riuscii a poter seguire quasi sempre questo pescatore col quale tutt’oggi è rimasta una grande amicizia, anche se lui ha smesso di andare in acqua, anche perché incomincia ad avere qualche annetto. Ricordo che cercavo di rubare con gli occhi tutto il possibile, tutti i sui gesti e le sue abitudini, i luoghi dove si immergeva e trovava il pesce, insomma cercavo di fare tesoro di tutto quello che potevo memorizzare, perché sapevo ed ero certo che prima o poi anche io avrei potuto tuffarmi per pescare. Devo dire che Maurizio era sempre molto prodigo in consigli almeno con me, forse perché era sicuro che al momento non potevo costituire un rivale di pesca, infatti c’è una differenza di età di circa 25 anni e allora io avevo otto anni. Pian piano da semplice barcaiolo ottenni il beneficio di poter fare un giretto con il Medisten sempre al suo fianco nella speranza di poter catturare qualche scorfanetto. Ricordo che spesso lo seguivo dalla superficie e ammiravo le sue evoluzioni sott’acqua, il modo in cui approcciava la tana o si appostava sul fondo per tendere un agguato, certo sicuramente erano altri tempi se consideriamo il fatto che riusciva ugualmente a catturare il pesce con un rompipalle come me alle calcagna. Gli anni passarono e a dodici anni ebbi forse il più bel regalo di compleanno, un Ministen fiammante, che divenne per me un vero oggetto di culto, che lucidavo come un prezioso gioiello appena finito di usarlo e che guardavo e riguardavo durante le fredde giornate invernali quando il mare per me poteva solo essere un ricordo. All’età di 16-17 anni ero già abbastanza bravino, forse avvantaggiato per le mie caratteristiche apneistiche di tutto rispetto per quell’età, ricordo che già mi immergevo a buona profondità inoltre ho sempre ricercato la perfezione del gesto tecnico proprio perché sono convinto che in qualsiasi tipo di sport sia determinante nel risultato finale. Di quegli anni ricordo un paio di episodi simpatici che possono far capire come sebbene avessi i mezzi fisici ero comunque costretto a limitazioni da parte dei miei genitori che giustamente erano sempre in apprensione ogni qualvolta uscivo a pescare (tra l’altro mio padre non sapeva neanche nuotare) e quindi se volevo uscire in barca per pescare dovevo sempre essere accompagnato da qualcuno che magari da pescatore della domenica era disposto ad accompagnarmi nella speranza che gli catturassi qualche pesce da mangiare a cena. C’era un signore pseudo pescatore che aveva comprato un Supersten 115 perché non essendo in grado di immergersi più di qualche metro sperava con quel cannone di poter sparare ai pesci direttamente dalla superficie, ma si accorse ben presto che la spesa fu inutile, in breve strinsi amicizia anche con lui assicurandolo che se mi avesse fatto da barcaiolo e ricaricato il Supersten ad ogni sparo il pesce glielo avrei procurato io, in breve nacque una simbiosi perfetta, ed io cominciai in quell’occasione con quel cannone di fucile che per me a quei tempi era quasi impossibile da caricare, a sperimentare con successo la pratica dell’aspetto che è tutt’ora la mia tecnica preferita, alla fine dell’estate quel fucile (che ancora posseggo) Paolo me lo regalò. Un altro episodio che mi torna in mente di quei tempi è di un giorno che mi portò a pesca Carmine un signore che si immergeva con autorespiratore, e per l’appunto con la sua barca mi seguiva durante le mie immersioni. Riemerso dopo un’aspetto che forse era stato più lungo degli altri, guardando verso la barca che mi seguiva non vidi più Carmine, e cercando di capire che fine avesse fatto mi accorsi che era in acqua tutto vestito che urlava a squarciagola cercandomi. Il poverino si era spaventato non vedendomi riemergere proprio perché non immaginava che un apneista potesse rimanere sul fondo per tempi abbastanza lunghi, non sto a dirvi quello che uscì dalla sua bocca quando gli sbucai vicino chiedendogli cosa gli fosse accaduto, se non fosse stato in acqua probabilmente qualche sganassone me lo avrebbe dato. Comunque verso i vent’anni ho poi raggiunto l’indipendenza di pescatore che era stato il mio problema principale negli anni precedenti, ma devo dire che è fondamentale per qualsiasi giovane avere il controllo diretto, specialmente se abbastanza dotato perché molto spesso il fisico c’è e anche troppo, ma la mente spesso ancora non è in grado di gestire tutte le situazione per mancanza di esperienza, quindi capisco perfettamente tutti quei genitori che si preoccupano quando i figli specialmente se giovanissimi vanno in mare senza avere l’adeguata esperienza. |
La carriera
La mia carriera di istruttore di apnea è iniziata nel 1996 quando ho frequentato il primo corso della neonata Apnea Academy tenuto da Umberto Pelizzari, col quale inseguito è nata una bella amicizia.
Ho partecipato a quel corso, non perché volessi incrementare le mie prestazioni apneistiche, ma principalmente perché volevo essere più consapevole di quello che facevo in acqua già da molti anni. Devo dire che l’esperienza mi ha arricchito molto sia tecnicamente che mentalmente e sicuramente ha migliorato senza ombra di dubbio il mio modo di immergermi in apnea, come avevo fatto da bambino con quei pescatori a cui rubavo con gli occhi, ho cercato di fare lo stesso immergendomi insieme ad Umberto Pelizzari ascoltando i suoi consigli. Sono convinto che nella vita ci sia sempre molto da imparare, anzi non si finisce mai di evolversi, quindi si commette un grande errore di presunzione credendo di essere perfetti, e questa è una pecca che riscontro spesso in molti pescatori , magari di esperienza, che non accettano di buon viso consigli o critiche. |